COORDINATE FESTIVAL

COORDINATE FESTIVAL ❖

Programmazione

THE MOVING GROUND - Mireia Varón Gallofré e Mariona Vyniés

The Moving Ground è una performance coinvolgente che esplora come sentirsi a casa nonostante ci si trovi in mezzo a movimenti, luoghi e persone non familiari.

Il pubblico viene accompagnato in un viaggio a più livelli, descrivendo varie forme di movimento, tra cui fisicità, trasferimento letterale e transizioni emotive.

Progettato per spazi pubblici come caffè, bar, biblioteche, edifici pubblici e spazi all'aperto, The Moving Ground cerca di reinterpretare ambienti familiari attraverso la danza, offrendo al pubblico un'esperienza unica e intima che risuona con un senso di casa. 

Pezzo creato ed eseguito da Mariona Vinyés e Mireia Varón Gallofré

Concetto e performance Mariona Vinyés e Mireia Varón Gallofré
Musica Nadia Bouamra
sostegno Janivo Stichting and Culture Moves Europe
in collaborazione con Freezone BCN and Moving Arts Project (MAP)

Due donne con capelli riccioli che si avvicinano in un campo con sfondo sfocato.
Due donne si stanno esibendo in una performance di danza o teatro in un locale con pubblico, con uno sfondo di decorazioni e persone sedute.
Una donna con capelli ricciari scuri, seduta sulle spalle di un'altra persona, si trova all'aperto vicino a un lago con foglie autunnali sul terreno.
Due donne anziane sedute una accanto all'altra in un locale, si guardano con affetto.

X - OLIMPIA FORTUNI

Suono, movimento, architetture naturali e artificiali sono strumenti di questo complesso studio compositivo: un dono X (per) chi partecipa e X (per) chi ospita. La sintesi è fatta per il pubblico, X (per) è un simbolo le cui due linee che si incrociano sono il ponte per entrare in comunicazione con l’altro. Suono e Corpo sono il viaggio, la musicista e la danzatrice nel ruolo di ricercatrici/esploratrici sono il tramite (X – per) che accompagna gli spettatori/ viaggiatori in un luogo altro per tornare carichi di un’esperienza sensoriale che gioca in un saldo equilibrio tra reale e surreale.

Una performance in continua trasformazione grazie al margine di non-definizione che permette una ricerca costante: attraverso l’arte, due donne in scena danzano e suonano nel giusto contrappeso tra spirito e materia per manifestare un’energia che armonizza e quindi cura.

Il tentativo è quello di creare un ponte, condividere un viaggio nutrito dalla tradizione sciamanica e dalle simbologie archetipiche di Artemide, della luna e dei punti cardinali per toccare, sentire, vedere, immaginare. E per farlo, il suono e il movimento tornano complici di un dialogo antichissimo che però ha tutti i mezzi e le conoscenze dell’oggi. Le due performer – nel ruolo di Sacerdotessa-Guerriero, figure cardine di ogni grande impresa – incontrandosi al centro dei due segmenti che formano il simbolo X, segnano il momento in cui musica e danza, complementari da quando esiste l’uomo, diventano, per gli spettatori che vorranno af-fidarsi, la chiave per accedere ad un universo che si manifesta nell’evento spettacolo.

concept Olimpia Fortuni
suono Katatonic Silentio
interpreti Olimpia Fortuni, Katatonic Silentio
studio delle pratiche sciamaniche Corinna Ciulli
produzione Sosta Palmizi, Fondazione Fabbrica Europa
sostegno residenziale Olinda/TeatroLaCucina

Due persone si abbracciano sedute in un prato verde in un'area immersa nella natura con alberi sullo sfondo.
Due persone, una donna con capelli castani e una persona con capelli castani e ferrea che si abbracciano mentre una delle due canta in un microfono, con fondale di erba verde.
Due donne si trovano in un prato verde circondato da alberi, una indossa una camicia a maniche lunghe con motivo paisley e l'altra è senza maglia, entrambe guardano verso la fotocamera.

FORREST - Rafael Candela

Forrest cammina, balla, si ferma, parla con un passante, poi si accuccia e assume la postura di un gatto, o di un cane, gioca a pallone con un bambino, beve dell’acqua da una fontana, una signora seduta su una panchina gli chiede: “Ma che succede?”.

Forrest è un progetto nato dall’esigenza di trovare maggiore prossimità e informalità tra performer, spazio e pubblico. Il progetto si articola in delle performance itineranti site-specific, in stretta relazione con lo spazio pubblico e i suoi abitanti. Più incentrato sulla pratica che sulla struttura coreografica, il lavoro si apre alla casualità degli incontri scrivendo la drammaturgia in tempo reale. È proprio questo il tentativo fondante del progetto: non creare la scena, ma portare l’attenzione su ciò che già è vivo di per sè.

Dal noto film Forrest Gump, il lavoro prende ispirazione per celebrare il corpo e il movimento continuo come massima espressione di vitalità.

Idea e performance Rafael Candela
Musica originale Bianca Casaburi
Curatela artistica Ariella Vidach
Materiali fotografici e video Ginevra Piccinin, Claudio Prati, Lorenzo Basili
Sostegno Nexus Factory
Spazi e supporto BTT Balletto Teatro di Torino
Co-produzione Triennale Milano Teatro /Ariella Vidach AiEP
Con il contributo di MiC, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna
Creato all’interno di “Improvvisazioni itineranti in Parco Sempione”, FOG Performing Arts  Festival 2023

Un uomo si trova al centro di un gruppo di persone in un parco, gesticolando con il braccio alzato, mentre il pubblico lo guarda e ascolta.
Un uomo con una giacca blu e una cappellino arancione si trova di spalle, con un braccio sollevato e senza dito medio, di fronte a un gruppo di persone in un parco, tutte che guardano e sorridono.
Una moltitudine di persone si raduna in un parco circondato da alberi verdi, con alcuni che si affacciano tra foglie e rami mentre altri interagiscono e attraversano l'area.

#SOUNDSCAPE - BALLETTO TEATRO DI TORINO

#SOUNDSCAPE è una performance in continua evoluzione, in cui danza e musica si fondono in un dialogo costante tra stimoli e risposte: ogni passo si traduce in note e ogni suono ispira nuovi movimenti in un ciclo creativo continuo e costante.

Al centro di #SOUNDSCAPE c’è l’incontro multidisciplinare tra le due arti, un viaggio in cui i confini si dissolvono, lasciando spazio a una forma di espressione collettiva in cui il corpo e la “voce” dell’arpa si intrecciano per creare un linguaggio nuovo e condiviso.

#SOUNDSCAPE è generatore di domande coreografiche, che ruotano intorno a quattro principi cardine: Ricordo, Necessità, Condivisione e Percezione. Una performance che diventa più che mai portatrice di senso condiviso e matrice di legami nuovi o trasformati.

La danzatrice, guidata da pratiche di composizione istantanea e da partiture di improvvisazione in profonda sintonia con la musica, si libera da schemi e coreografie predeterminate, abbracciando così un territorio di movimento aperto, fluido e in costante trasformazione: una performance che genera domande, costruisce significati e crea legami nuovi o rinnovati.

Le architetture degli spazi giocano un ruolo cruciale in #SOUNDSCAPE: gli ambienti plasmano e arricchiscono l’interazione tra danza e musica, trasformando la performance in tempo reale. Ogni luogo, con le sue particolarità spaziali, modula l’esecuzione, spingendo le artiste a dialogare con gli elementi circostanti e facendo emergere nuove dinamiche di movimento e suono. La relazione tra corpo, strumento e spazio evolve così continuamente, rendendo ogni esibizione unica e irripetibile.

Produzione Balletto Teatro di Torino
Composizione istantanea Viola Scaglione
Musiche suonate dal vivo all’arpa da Federica Magliano

Due donne in abiti neri, una con capelli ricci e un'arpa, l'altra con capelli corti e biondi, durante un'esibizione all'aperto, con una delle donne che si trova seduta e l'altra in ginocchio che si copre il volto con le mani.
Immagine astratta di una figura umana, sfocata e di profilo, con luci calde e sfondo nero, firma di Christopher Morra in alto a destra.
Una mano umana appoggiata contro la corteccia di un albero ricoperta di muschio verde.
Una donna che suona un'arpa in un paesaggio all'aperto, immagine in bianco e nero.

BALLETTI - DARIA GRECO

BALLETTI è un progetto di trasmissione fedele delle coreografie dei videoclip musicali.
Negli anni Novanta, popstar come Britney Spears, Backstreet Boys, Spice Girls, Ricky Martin, Janet Jackson, solo per citarne alcuni, hanno combinato la propria musica con la danza costruendo delle performance coreografiche, da soli o con altri ballerini, diventate l’elemento ricorrente dei videoclip musicali e dei live di quegli anni.
Già nei primi anni Ottanta Michael Jackson aveva danzato le proprie canzoni in maniera indimenticabile, ma da Vogue di Madonna (1990) in poi, ballare nei videoclip diventa un genere.
Daria Greco oggi intende questa produzione coreografica repertorio e ne fa cardine della propria ricerca.
BALLETTI è la ripresa il più possibile esatta dei movimenti, o “passi” (per stare anche linguisticamente dentro quegli anni) originali delle coreografie dei videoclip musicali.
Daria Greco ricrea una classe di danza moderna in cui tutto corrisponde all’estetica anni Novanta.
Dopo un breve riscaldamento del corpo e la visualizzazione dell’intero videoclip che si vuole trattare, la trasmissione della coreografia avviene attraverso la spiegazione dei passi e l’assimilazione dei conteggi, in maniera frontale e per mezzo della ripetizione.

Idea e performance Daria Greco
Produzione Chiasma

Donna con capelli corti scuri, vestita con una giacca di jeans smanicata, sembra parlare o dirigersi con entusiasmo, mentre in uno sfondo affollato di persone in una piazza.
Gruppo di persone che fanno esercizi di stretching in una piazza cittadina all'aperto, con edifici storici sullo sfondo.
Gruppo di persone che fanno stretching all'aperto in una piazza di Roma, con edifici storici e una colonna sullo sfondo.

ESERCIZI DI FANTASTICA - SOSTA PALMIZI

Una casa grigia. Tre personaggi grigi. Annoiati, scialbi e obnubilati dal mezzo tecnologico, si muovono come prigionieri di un meccanismo prestabilito, il loro sguardo è sempre rivolto agli schermi. Ma ecco arrivare un elemento inaspettato! Una farfalla sposterà il loro sguardo altrove e la casa diventerà teatro di nuove avventure e di trasformazioni. Un crescendo di emozioni e peripezie in cui i tre personaggi riscopriranno finalmente il potere della fantasia, in un continuo gioco a liberare i corpi e le menti.

Esercizi di fantastica racconta, con il linguaggio della danza e del movimento, il potere dell’immaginazione che trasforma cose e persone in qualcosa di sempre inaspettato e straordinario. Gli autori sono stati ispirati dall’idea di “Fantastica” dello scrittore Gianni Rodari, di cui nel 2020 si celebrano i 100 anni dalla nascita. Vicino al surrealismo degli anni ’50 e ispirandosi all’opera di Alfred Jarry e alla sua patafisica (la scienza delle soluzioni immaginarie), Rodari affermava infatti l’esistenza di una Fantastica in totale contrapposizione alla Logica.

da un’idea di Giorgio Rossi
una creazione di Elisa Canessa, Federico Dimitri, Francesco Manenti, Giorgio Rossi
interpreti Elisa Canessa, Federico Dimitri e Francesco Manenti

scenografie Francesco Givone, Francesco Manenti, Francesca Lombardi
costumi Beatrice Giannini, Francesca Lombardi
illustrazioni Francesco Manenti
disegno luci Elena Tedde
esecuzione tecnica Massimiliano Ferrari, Sascha Chimenti

Due persone sedute, entrambi con abiti formali, mentre guardano i loro cellulari in un ambiente interno.
Tre persone sedute con dispositivi mobili, in primo piano una farfalla arancione con puntini verdi.
Una donna con un farfalla sulla faccia e un uomo la abbraccia, entrambi vestiti in abiti scuri, in un ambiente interno.
Tre attori seduti su una struttura metallica e un attore con un cappotto di pelliccia che imita un orso, mentre brandisce un'asta, in scena teatrale.

SAVE THE LAST DANCE FOR ME - ALESSANDRO SCIARRONI

In Save the last dance for me Alessandro Sciarroni lavora assieme ai danzatori Gianmaria Borzillo e Giovanfrancesco Giannini sui passi di un ballo bolognese chiamato Polka Chinata. Si tratta di una danza di corteggiamento eseguita in origine da soli uomini e risalente ai primi del ‘900: fisicamente impegnativa, quasi acrobatica, prevede che i danzatori abbracciati l’un l’altro, girino vorticosamente mentre si piegano sulle ginocchia quasi fino a terra.

Il lavoro nasce in collaborazione con Giancarlo Stagni, un maestro di balli Filuzziani che ha ridato vita a questa antica tradizione grazie alla riscoperta e allo studio di alcuni video di documentazione risalenti agli anni ’60.

Sciarroni scopre questa danza nel dicembre 2018 quando la danza era praticata in italia solo da 5 persone in tutto. Per questa ragione, il progetto è composto da una performance eseguita dai due danzatori e da una serie di workshop volti a diffondere e ridare vita a questa tradizione popolare in via d’estinzione.

invenzione Alessandro Sciarroni / con Gianmaria Borzillo e Giovanfrancesco Giannini
collaborazione artistica Giancarlo Stagni
musica Aurora Bauzà e Pere Jou
abiti Ettore Lombardi
direzione tecnica Valeria Foti
tecnico di tournée Cosimo Maggini
promozione, consiglio, sviluppo Lisa Gilardino
amministrazione, produzione esecutiva Chiara Fava
comunicazione Pierpaolo Ferlaino

Photo Raoul Gilibert
Due uomini stanno ballando uno stile di danza acrobatica o teatrale davanti a un pubblico seduto. La scena si svolge in un'aula di teatro con pareti di legno
Due persone che danzano in un locale con pareti di legno, in primo piano un uomo di spalle con camicia bianca e capelli corti. L'atmosfera è calda e intima.

CARI BAMBINI - SALVATORE CATALDO

“CARI BAMBINI” è uno spettacolo assolo di Teatrodanza che nasce dall'esperienza dell'artista degli inumani eventi che si svolgono davanti agli occhi di un mondo apparentemente paralizzato.
Quante chiavi di lettura sono possibili?
Nel mezzo di questa umanità composta di tanti individui che si sentono impotenti, cosa succede se, come semplice ballerino, così futile, così piccolo e insignificante, di fronte ad una catastrofe di tale portata, condivido le immagini dei miei sogni ed incubi? E se viaggiassimo verso quelle tragedie attraverso l'immaginazione e la compassione?
Cosa succede se racconto, attraverso delle scene, le impressioni che lascia su di me quest’ umana tragedia? Attraverso la messa in scena di incubi e pensieri, sarà possibile recuperare parte della mia dignità di essere umano?

Concetto, testo e performance Salvatore Cataldo

Un giovane uomo senza maglietta con una bandana sulla testa, in un ambiente con scatole di cartone alle spalle.
Persona seduta per terra con mani sulle ginocchia, davanti a pannelli di legno con scritte in arabo, in un ambiente scuro.

STORIA DI UN RUSCELLO - ERICA MEUCCI

“Quando entrate in un ambiente dove ci sono uccelli, insetti o animali, essi vi ascoltano completamente. Vi ricevono. Per le creature presenti in quell’ambiente la vostra presenza potrebbe segnare la differenza tra la vita e la morte.” Deep Listening, Pauline Oliveros

Storia di un ruscello è un racconto per immagini, una partitura danzata per una sola interprete. È un racconto che per affinità somiglia più ad una visione che ad una narrazione lineare. Il lavoro è un elogio alla paura e all’esposizione al pericolo, parla di vulnerabilità come strada per tessere relazioni con ciò che ci circonda. Accettare la nostra identità ecologica, ricollocarci al fianco degli altri esseri viventi, essere plasmati più che plasmare l’ambiente che attraversiamo.

Nella versione site-specific per esterni il lavoro è introdotto da una camminata esperienziale a cura dell’artista camminatore e terapeuta forestale Andrea Mori.

produzione Laagam
con il sostegno di Oltrepasso (PR), Spazio Voll,
FLUIDUM2 presso Fabbrica del Vapore/Viafarini,
Danza Urbana – Rete h(abitat)/Sementerie Artistiche,
ORA – Orobie Residenze Artistiche e vincitore del bando Life is Live un progetto di Smart con Fondazione Cariplo

Una donna seduta su uno sgabello di pietra in una chiesa antica, che si abbraccia con le ginocchia alle braccia, in segno di preghiera o riflessione, con affreschi religiosi sul muro dietro di lei.
Una donna sdraiata su terra nel bosco, circondata da foglie e piante verdi.
Interno di una chiesa antica con affreschi religiosi, un altare semplice e una pietra sul pavimento.
Donna seduta su un blocco di cemento in un bosco, circondata da alberi e vegetazione

SEMPRE MORENTI - TOMMASO PETROLO

Lo spettacolo per danzatori Queer esplora temi di resistenza, resilienza e identità attraverso la coreografia, utilizzando lo step come simbolo di elevazione e lotta. Radicato in un'estetica minimalista e movimenti ispirati alla gravità, l'opera enfatizza la vulnerabilità e la forza del corpo Queer maschile, proponendo una drammaturgia visivamente e fisicamente intensa. Si ispira alla figura di Pier Paolo Pasolini, il cui vissuto e morte drammatica fungono da lente interpretativa per riflettere su oppressione e autenticità. La creazione combina movimento, luci e suoni per creare una narrazione poetica e politica, affrontando questioni di libertà, omofobia e lotta collettiva.

Con una forte componente interdisciplinare, il lavoro integra costumi testurizzati e superfici riflettenti, un'illuminazione dinamica e musica elettronica originale composta da Emanuele Piras. Questi elementi convergono in uno spazio immersivo che invita il pubblico a riflettere sul potere trasformativo del corpo e dell'espressione artistica. Lo spettacolo si sviluppa come una metafora dell'esperienza Queer, rievocando le tensioni tra caduta e resilienza e ponendo al centro il corpo come veicolo di cambiamento. La ripetizione, la fatica e la spinta verso l’elevazione diventano simboli della lotta per affermare la propria identità in un mondo ostile.

contept e coreografia Tommaso Petrolo
produzione Proteo

Una ballerina che si esibisce durante uno spettacolo, indossando una gonna fluida e un top senza maniche, con alcuni spettatori che la osservano in un ambiente con illuminazione soffusa.
Uomo seduto su una barca di legno in un fiume con un ponticello in pietra sullo sfondo, in bianco e nero.
Gruppo di persone anziane che fanno esercizio su step in una palestra moderna
Murale di due persone, una uomo che tiene un'altra persona in braccio, in stile realistico, dipinta su una parete di mattoni.

DOMENICA - MARIKA MEOLI

Il suono di un giorno speciale, la dolcezza di un gioco condiviso. "Domenica" è un duetto pensato per i bambini, un viaggio attraverso il tempo magico della giornata più attesa della settimana. Due personaggi danzano insieme, esplorando la gioia dello stare insieme, tra risate, piccoli sogni e movimenti che raccontano storie.

"Domenica" è una danza sulla bellezza del tempo condiviso, sull'importanza della lentezza e del divertimento, sull'arte di osservare e ascoltare chi ci sta vicino. Un duetto che invita i bambini a lasciarsi trasportare dalla magia del movimento e dall'emozione di un giorno speciale.

concetto e coreografia Marika Meoli e Patrizio Bucci
produzione Proteo

Donna in abbigliamento rosa che balla in piedi su una gamba

ATLAS/ATLANTE - SILVIA MARTI

Colui che "resiste", che sostiene il labile confine tra gli opposti, tra l'etere e le profondità del mondo, tra le stelle e le onde, tra l'ordine e il caos. Il cielo è tra le sue mani, il mondo è il suo più grande fardello. Nietzsche, nella sua "Nascita della tragedia", riconosce ad Atlante uno spirito duplice, una tendenza all'equilibrio ed una allo stravolgimento dello stesso, perché ogni grande rivoluzione chiama a sé l'arte di resistere.

L'umanità non è figlia degli Dei ma di un Titano; essa nata dalla terra e cresciuta nel fuoco, vive grazie al coraggio di non accettare le cose come stanno, di far cadere il cielo dalle mani dei tiranni, e sostenerlo perché non crolli per sempre.

"Atlas: L'uomo che resiste" è un racconto epico che narra la storia di un eroe destinato a portare sulle proprie spalle il peso del mondo intero. La mitologia greca lo descrive come un titano condannato a sorreggere la volta celeste per l'eternità, simbolo del dovere e della resistenza di fronte alle avversità.

Nella visione performativa Atlas/Atlante si moltiplica, diventa comunità, condivide il fardello con altri corpi pensanti, una moltitudine che resiste e che cerca di modificare gli eventi ostili e trasformarli in bellezza.

contept e coreografia Silvia Marti
produzione KODANCE/&KO

Dipinto che raffigura sette figure femminili in stile classico, con movimenti fluidi e avvolti da tessuti, che danzano in un contesto etereo con vortici di colori e luci.
Figura di una mano che tiene un globo che somiglia alla Terra, in un ambiente blu scuro e nebbioso.

L’ANGELO - LINDSAY KEMP - DANIELA MACCARI

Lindsay Kemp, celebre danzatore, attore e mimo britannico, ha creato numerose performance iconiche nel corso della sua carriera. Una delle sue opere più significative è "L'Angelo", un assolo che incarna la sua maestria nell'arte del mimo e della danza espressiva.

In "L'Angelo", Kemp interpreta una figura angelica, utilizzando movimenti fluidi e una presenza scenica magnetica per trasmettere emozioni profonde e universali. La performance è caratterizzata da una combinazione di grazia e intensità, elementi distintivi del suo stile unico.

Con L’ANGELO, Maccari continua a incarnare e trasmettere la poetica e l'estetica di Kemp, mantenendo viva la sua visione artistica e introducendola a nuove generazioni di spettatori.

concetto e coreografia Lindsay Kemp
danza Daniela Maccari
produzione Balletto di Sardegna

Donna che danza con un abito ampio e colorato, in scena su uno sfondo scuro.

GIROVAGARE_COREOFANIE - GIOVANNI IMPELLIZZIERI

Nel borgo di Calcata, si solleciterà l’emersione di un reincantamento estetico che rovescia le nozioni di centro e periferia, un discorso, un comportamento danzante, un’emozione plastica che scolpisce l’atmosfera attraverso i movimenti del corpo e le direzioni della sua materia in una esperienza bioformante: un girovagare che dissemina apparizioni di danze nell’ambiente, coreofanie (da khoreía – danza, e phanía – apparizione, manifestazione)

Girovagare è un dispositivo relazionale girovagante attualizzato attraverso un osservatorio sul movimento in cui pensiero e pratica si combinano per avvicinare anatomie reali ad anatomie fantastiche nello spettacolo danzante dell’incontro. In questo tempo della relazione emergono e si stratificano i valori plastici (eidetici, cromatici, sonori, etici, estetici, politici …) che mi hanno mosso e mi muovono adesso. Un’investigazione ecosofica sulle possibilità dell’essere-TRA come presente in cui i soggetti (danzante e osservatori) si mettono in gioco e immaginano insieme futuro. In questo tempo svincolato dal potere si colloca l’autonomo agire dove umano e post-umano coesistono aderendo ad una politica della gioia.

contept e coreografia Giovanni Impellizzieri
produzione Atacama

Uomo che tiene una spada in una mano davanti a un lago in un parco, con vegetazione e alberi sullo sfondo.
Immagine astratta con colori vivaci e forme fluide, simile a un'arte digitale digitale con riflessi e simmetria

GIUBO - BRANCACCIO DANZA JUNIOR

GIUBO è un incontro tra esseri umani provenienti da epoche diverse, ma uniti in un singolo istante, in un luogo incognito. È uno spazio senza confini, dove le vite e le esperienze di differenti periodi storici si intrecciano, dando vita a un mosaico di diversità, ma anche di possibilità di comprensione e scambio.

Nonostante le barriere culturali, linguistiche e ideologiche che sembrano separarli, questi individui trovano la danza come punto di connessione profonda.

La danza diventa il filo invisibile che unisce questi esseri, un linguaggio che va oltre le incomprensioni, le differenze morali e le definizioni in continuo cambiamento di ciò che è giusto e sbagliato, peccato e virtù.

Le contraddizioni tra le diverse concezioni di bene e male, tra i concetti di peccato e virtù, creano attriti e momenti di conflitto. Tuttavia, attraverso il movimento, questi corpi si mescolano, imparano a comprendere e ad accogliere le differenze, trovando una forma di armonia e celebrazione nell'unicità di ciascun individuo. 

Giubo è un'esperienza che invita a riflettere sul significato di connessione, di identità e di trasformazione, un'opera che esplora il potere della danza come mezzo di espressione universale e di riscoperta di sé, in un mondo che sembra sempre più diviso, ma che, nella sua essenza, è unito dal movimento stesso.

concetto e coreografia Gianni Notarnicola
interpreti
Brancaccio Danza Junior
produzione Brancaccio Danza

Gruppo di ballerini in posa in scena con sfondo nero, illuminati con luci soffuse, durante una performance teatrale.
Un uomo con capelli scuri, barba e camicia bianca esegue una posa di danza o stretching, con le braccia alzate e un'espressione concentrata, su uno sfondo bianco.

THINGS COULD FALL APART AT ANY MOMENT - BECKY NAMGAUDS

Un mondo in bilico, dove la paura vibra sotto la superficie della quotidianità. Questo lavoro svela le tensioni che portiamo dentro, i terrori silenziosi che plasmano i nostri movimenti, le nostre interazioni, la nostra comprensione di noi stessi e degli altri. Attraverso realtà distorte e reinterpretazioni assurde del familiare, indaghiamo i veleni sociali che logorano il nostro sistema nervoso.

In una cultura ossessionata dalla sicurezza ma intrisa di ansia, la paura viene brandita come uno strumento di controllo—ci isola, ci mantiene obbedienti. Ma cosa accade quando ci rifiutiamo di cedere alla sua presa? Possiamo spezzarne il controllo, infrangerne l’incantesimo? Ispirandoci all’appello di Bell Hooks a resistere alla tirannia della paura, questo lavoro non si limita a svelare i meccanismi della dominazione—cerca vie per espellerli, per immaginare oltre di essi.

Un confronto. Uno smantellamento. Un salto verso qualcos’altro.

contept e coreografia Becky Namgauds
produzione Proteo

Donna con lunghi capelli ricci, occhi chiusi e abito aperto, in posa su sfondo marrone scuro.
Sagoma di una persona con capelli lunghi e ricci, chinata in avanti, con sfondo viola scuro.
Mano femminile in primo piano che forma un segno di pace con le dita, in bianco e nero.